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Sindrome dell’intestino irritabile

sindrome dell'intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile entra a far parte di quelli che vengono definiti disturbi funzionali gastrointestinali. Questi disturbi presentano sintomi variabili e ricorrenti quindi molto spesso risulta difficile individuarli e classificarli. Per quanto riguarda questa specifica patologia, si può porre diagnosi di ‘sindrome dell’intestino irritabile’ se, per almeno 12 settimane, si sono manifestati disturbi addominali con almeno due delle seguenti caratteristiche:

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  • senso di sollievo con la defecazione
  • modifiche nella frequenza dell’alvo (manifestazione di scariche anche più volte in una giornata)
  • cambiamento nell’aspetto delle feci (feci liquide o con presenza di muco)
Le donne sembrano essere le più colpite rispetto agli uomini, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Per quel che riguarda le cause in realtà non si è ancora giunti ad individuarne di certe perché sembra essere una patologia che può manifestarsi in maniera dipendente o meno dai pasti e, a volte, accentuata in caso di forti stress. Anche se i sintomi si manifestano in maniera intermittente, questa è una patologia considerata cronica. Il trattamento dipende molto dalla gravità della situazione e dalla severità dei sintomi: nei pazienti con sintomi lievi si riescono a svolgere le normali attività quotidiane ed il trattamento riguarda la gestione di una dieta apposita che prevede che non ci sia una restrizione delle scelte alimentari e che controlli la distribuzione dei pasti giornaliera in modo da garantire l’assunzione di piccoli pasti, ma frequenti, durante la giornata prestando maggiormente attenzione ad alimenti grassi, legumi, vegetali, alcool e caffeina. Va riservato un occhio di riguardo  alla fibra alimentare che va introdotta con cautela a piccole dosi in quanto, il sintomo più frequente è la diarrea e la fibra alimentare tende ad aumentare o facilitare l’evacuazione. Nei soggetti con sintomi molto frequenti e severi, viene riservato un trattamento farmacologico sotto stretta osservazione medica. L’utilizzo graduale del consumo di fibra viene in ogni caso considerato utile purchè si faccia attenzione ai periodi di forti scariche o stress emotivi; il tutto accompagnato dall’esercizio fisico e da una buona idratazione  che servono a favorire un buon funzionamento della motilità intestinale. Mantenersi attivi e concedersi giornalmente un paio di litri di acqua sono accorgimenti molto importanti da associare alle modificazione dietetiche.
Dott.ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista

 

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